Maria Montessori è stata una scienziata che ha dedicato la sua vita alla causa del bambino, sviluppando una pedagogia scientifica basata sull’osservazione dei piccoli e delle dinamiche a lui circostanti, diventando famosa per il metodo educativo che porta il suo nome. Il suo approccio è oggi utilizzato in tutto il mondo, dagli asili nido fino alle scuole superiori.
Boboto ha lanciato, lo scorso novembre, un sondaggio nelle scuole italiane per indagare lo stato di digitalizzazione dei bambini dagli 8 ai 12 anni, come partner del DQ Institute. La ricerca, che ha coinvolto decine di Paesi, è stata promossa dall’istituto di Singapore e dal World Economic Forum, insieme con alcune prestigiose università asiatiche e statunitensi, e ha prodotto un report globale su conoscenze, consapevolezza e cittadinanza digitali.
Alessandro Lumare è un artista visivo, Simona Lobefaro è una coreografa: dal loro incontro, nel 2014, nasce Segni Mossi, un progetto di ricerca per investigare la relazione tra danza e segno grafico, con bambini e adulti. Nel 2017 sono stati selezionati dall’organizzazione HundrED, poiché ritenuto uno dei 100 progetti educativi più innovativi a livello mondiale.
Con tre plenarie, undici laboratori esperenziali, film, dibattiti, gruppi di lavoro per interrogarsi e diffondere buone prassi educative, torna a Lecce dal 2, al 4 marzo prossimi, "EduCare", il Festival dell'Educazione, organizzato da Anna Maria Conoci, per l'associazione di promozione sociale AnimaMundi. Quest'anno il festival si ispira alla poesia "Mi piace il verbo sentire" di Alda Merini e proprio al verbo sentire è dedicato.
I dibattiti su bambini e nuove tecnologie sono sempre più estremizzati: da una parte, troviamo quelle persone che possiamo definire tecno-entusiasti, che tendono ad appassionarsi esageratamente delle possibilità offerte da quasi tutte le nuove tecnologie: più sono nuove, meglio è. Dall’altra parte ci sono coloro che potremmo definire tecno-scettici: preoccupati per l’impatto negativo che possono avere nuove tecnologie, preferiscono che i bambini trascorrano più tempo con i giocattoli tradizionali o giocando all’aperto, e meno tempo davanti agli schermi.
Cos’è “la vita pratica”, in cosa consiste? La vita pratica è fare, agire e saper essere. Il bambino educato secondo il metodo montessoriano svolge attività culinarie, riordina, compie esperienze reali; è facile osservare quanto i bambini siano molto più interessati ad oggetti semplici più che a giochi che riproducono in miniatura il fac-simile di quelli che utilizzano gli adulti.