Il cervello del bambino e la sua "mente matematica"
In controcorrente ad una realtà spesso difficile, nelle scuole Montessori è la matematica che piace di più ai bambini: «Più complicato è l’argomento, maggiore è l’entusiasmo del bambino» (Montessori, Educazione per un mondo nuovo, p. 24).
Bastano forse cinque lettere a spiegare questa differenza: p-s-i-c-o.
In effetti, anche nel caso della psico-aritmetica, Maria Montessori ha seguito il bambino: «Come tutti, in generale, avevo il pregiudizio che l’aritmetica presentasse grande difficoltà e che fosse assurdo attendersi più del risultato ottenuto in età così precoce. [...] Ora avvenne che alcuni bambini di circa quattro anni fossero attratti da quegli oggetti tanto brillanti [si tratta del materiale del sistema decimale], così facilmente maneggevoli e trasportabili e, con nostra grande sorpresa, incominciarono ad usarli, come avevano veduto fare ai più grandi. Ne risultò di conseguenza un tale aumento d’entusiasmo per il lavoro con i numeri e specialmente col sistema metrico decimale, che, a dir vero, gli esercizi aritmetici furono tra i preferiti. I bambini di quattro anni componevano numeri fino a 1000». (La scoperta del bambino, p. 301)
Qui si trova la chiave: invece di applicare teorie astratte e programmi, Montessori ha osservato il lavoro dei bambini alle prese con il materiale ideato da Séguin e da lei arricchito. Ha dato così la possibilità ai bambini di vedere, toccare e manipolare le quantità, anche molto grandi, e di costruire «grandi numeri».
Focalizzandosi sulle potenzialità del bambino e seguendo i suoi interessi che si modificano a seconda del piano di sviluppo nel quale si trova, Maria Montessori ha proposto materiali di matematica che consentono ai bambini di scoprire attivamente leggi e teoremi che in altre scuole vanno imparate con fatica, facendo leva solo sulla memoria. Aveva capito che «il cervello del bambino [...] è un organo strutturato che impara solo ciò che entra in risonanza con le sue conoscenze anteriori» (Dehaene, p. 265).
Il materiale Montessori agisce come un ponte che consente al bambino di capire il senso e la meccanica dei calcoli, grazie alle diverse manipolazioni richieste e basandosi sul senso intuitivo della quantità con il quale ogni essere umano nasce. Inoltre, la struttura dei materiali fa sì che il bambino affronti una sola difficoltà alla volta.
Brissiaud* insiste molto sull’impatto del primo incontro con i numeri. Secondo lui le difficoltà in matematica di numerosi bambini sono dovute alla mancata comprensione di che cosa sia una quantità. Per superare queste difficoltà preconizza di scomporre le quantità, senza limitarsi al contare. Per i bambini piccoli «uno-due-tre» non significa molto, sono solo parole. Quando un bambino ha finito di contare una serie di quattro oggetti e gli si chiede quanti siano, spesso ricomincia a contare perché non ha capito che l’ultimo numero include i primi. Per questa ragione le aste numeriche sono uno strumento essenziale, chiamato «l’alfabeto del calcolo». Consentono al bambino di capire che 3 è incluso in 4 come 7 lo è in 9: corrisponde anche ad una rappresentazione intuitiva delle quantità sulla linea numerica che il cervello usa (Griffin, Case e Siegler, citato da Dehaene, p. 159).
Stanislas Dehaene, autore del "Pallino della matematica"**, afferma: «Se alcuni oggetti matematici ci sembrano intuitivi e facili da imparare, è perché la loro struttura è adatta alla nostra architettura cerebrale». Con i materiali Montessori diventa evidente quali sono i numeri pari o dispari, il meccanismo di costruzione dei numeri con le tavole di Séguin o del sistema decimale. In questo caso, la presentazione dei numeri sotto una forma geometrica (100 è un quadrato mentre 1000 è un cubo) aiuta il senso spaziale del numero: «al livello cerebrale, sono numerose le prove del legame stretto tra i numeri e lo spazio» (Dehaene, p. 288).
«L’architettura del cervello determina ciò che è facile o no in matematica. Non possiamo modificarla ma possiamo modificare il nostro metodo di insegnamento» (Dehaene, p. 159). Diversi esperimenti svolti in America hanno dimostrato che sono bastate alcune settimane a gruppi di bambini che avevano difficoltà in matematica per cambiare atteggiamento e cominciare ad amarla: erano passati da un metodo astratto e simbolico ad un metodo concreto e ludico. In questo campo possiamo affidarci al metodo Montessori, che con i suoi materiali ha aiutato migliaia di bambini ad amare e capire la matematica e a ritrovare, con gioia, il piacere di imparare!
- articolo a cura di Martine Gilsoul - maestra e coordinatrice di nido
Se ti piacerebbe scoprire e saperne di più sulla pedagogia Montessori, per portarla nella tua scuola o nella tua casa, lo staff di Boboto è a disposizione per aiutarti ad addentrarti in questo meraviglioso mondo, scrivici qui!
*Rémi Brissiaud, Premiers pas vers les maths. Les chemins de la réussite à l’école maternelle, Retz, Paris 2007
**Le citazioni sono tratte dall’edizione francese "La bosse des maths.15 ans après". In questa seconda edizione, dopo 15 anni l'autore presenta risultati di nuovi studi e quali ipotesi sono state confermate o no dalle ricerche. Questa edizione non è tradotta in italiano. La prima lo è stata a cura delle edizioni Cortina Raffaello.